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Trento, 14 dicembre 2021
La Terra ci É data in prestito dai nostri figli
Prefazione di Marco Boato a:
Giorgio Boratto e Luigi Fasce, Ecologia. L’Albero genealogico.

Questo libro di Giorgio Boratto e Luigi Fasce, Ecologia. L’Albero genealogico, è il lavoro encomiabile di due giovani ricercatori, che hanno costruito un sintetico itinerario per chi vuole addentrarsi in modo documentato nella “questione ecologica” in tutti i suoi molteplici e complessi aspetti.

Sui temi legati all’ecologia esiste ormai una bibliografia molto ampia, sia in Italia sia a livello internazionale. Ma per chi non sia uno specialista della materia, per le lettrici e i lettori “normali” può essere difficile orientarsi, proprio per la grande vastità della saggistica esistente ed anche per la complessità degli argomenti.

Proprio per questo motivo, gli autori si sono impegnati a ricostruire con un linguaggio rigoroso, ma semplice e di immediata comprensione per chiunque, un percorso storico e intellettuale che aiuta a districarsi in un mare magnum, nel quale altrimenti sarebbe difficile orientarsi.

In una prima fase, non si sono limitati all’ecologia in senso stretto - un termine scientifico che è stato coniato solo nel 1866 dallo scienziato tedesco Ernst Haeckel -, ma sono risaliti agli studi naturalistici addirittura in epoca romana. E in una seconda fase hanno anche ricostruito gli antecedenti in epoche più recenti, tra il XVIII e il XIX secolo.

Ma da un certo periodo in poi, specialmente nel secondo dopoguerra, l’ecologia da scienza soltanto naturalistica ha cominciato ad impattare anche sul piano politico e sociale, oltre che culturale ed etico, sia in Italia che sul piano internazionale.

È questo il percorso che conduce Boratto e Fasce ad individuare in particolare alcune figure emblematiche, che costituiscono nel nostro paese i precursori dell’ambientalismo e dell’ecologismo. Gli autori fanno riferimento documentato alle personalità e alle biografie intellettuali di Elena Croce, Laura Conti, Alexander Langer, Giorgio Nebbia, Antonio Cederna e Aurelio Peccei.

A Langer personalmente ho dedicato, nel ventennale della morte, il mio libro Alexander Langer. Costruttore di ponti (La Scuola-Morcelliana, Brescia, 2015), trattandosi dell’ecologista che ha avuto un ruolo fondamentale – in Italia e in Europa – anche per la formazione del movimento dei Verdi e per la testimonianza “profetica” di quella “conversione ecologica”, che dopo di lui è stata pienamente ripresa da papa Francesco nel 2015 con l’enciclica Laudato si’, sulla “cura della casa comune” e sull’ecologia integrale.

Ma anche le figure di Elena Croce, Laura Conti, Giorgio Nebbia, Antonio Cederna e Aurelio Peccei hanno una importanza fondamentale nella storia degli studi e dei movimenti per l’ambiente e per l’ecologia. E Aurelio Peccei, col suo “Club di Roma” - fondato fin dall’inizio in una dimensione internazionale nel 1968 – ha avuto un ruolo decisivo nel promuovere i primi studi (già dal 1972) sui “limiti della crescita” (erroneamente tradotti in italiano con “i limiti dello sviluppo”), una problematica che negli scorsi decenni si è imposta all’attenzione scientifica e politica di tutto il mondo, fino all’esplosione della questione dei cambiamenti climatici.

Lungo il loro lavoro, Boratto e Fasce accompagnano le lettrici e i lettori a conoscere una vastissima bibliografia ragionata delle principali opere e dei principali autori che negli ultimi decenni hanno tracciato le linee fondamentali della ricerca ecologica, anche sul piano internazionale. Ed arrivano ad individuare anche le più significative esperienze associative nel campo del protezionismo, del naturalismo e dell’ambientalismo, fino ai più recenti movimenti dell’ecologismo politico.

E giustamente danno alla fine un giusto rilievo alle giovanissime generazioni, che, sulle orme di Greta Thunberg, hanno dato vita in tanti paesi del mondo al movimento dei Fridays for Future, interrotto nelle manifestazioni pubbliche solo nel periodo della crisi pandemica da Convid-19, ma tornato subito presente con forza critica anche in occasione dell’ultima Cop di Glasgow.

Non a caso, del resto, il libro si conclude con la sintetica ricostruzione di tutte le Cop che si sono succedute nel corso dei decenni più recenti, dopo il “vertice della Terra” promosso dall’ONU a Rio de Janeiro nel 1992.

Chiunque, leggendo questo libro, potrà poi approfondire tutte le complesse tematiche ecologiche (sul piano scientifico) ed ecologiste (sul piano politico e culturale), utilizzando qualcuna delle moltissime indicazioni di lettura che gli autori hanno fornito nella loro ricerca, forse non esaustiva, ma sicuramente ampiamente documentata. E c’è infine da augurarsi che questo lavoro di Giorgio Boratto e Luigi Fasce induca le lettrici e i lettori non solo ad approfondire le loro conoscenze in materia, ma anche a coniugarle con un impegno civile e politico, sulle orme di un antico detto dei nativi americani: “La Terra ci è data in prestito dai nostri figli”.

 

  Marco Boato

MARCO BOATO

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